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«...e nacque in una grotta»

Questa frase può indurre a ritenere che il Figlio di Dio sia stato rifiutato alla sua nascita. In realtà,  quando Giuseppe e Maria giunsero a Betlemme per il censimento, la cittadina era stracolma di persone che, come loro, dovevano farsi iscrivere.

Essendo Maria incinta e prossima al parto, Giuseppe seppe trovare un ricovero adeguato e molto comune all’epoca, un luogo che potesse accogliere anche alcuni animali che con il loro fiato avrebbero potuto riscaldare opportunamente l’ambiente.

Nel protovangelo di Giacomo poi si narra di Maria che fu assistita da una levatrice che donò le sue premure al futuro Emmanuele. Essa parlò con un’altra levatrice di nome Salome della mirabile verginità di Maria mantenuta dopo il parto, ma Salome non vi credette e volle verificare lei stessa. Una delle sue mani subito si scurì e tutto faceva presagire che la mano si sarebbe staccata, allora Salome implorò Dio di perdonarla per la sua poca fede.

Le fu detto pertanto di accostarsi al bambino così sarebbe stata risanata. Così fece e così avvenne.

Il mistero del Natale racchiude anche questo grande miracolo della perpetua verginità della Madonna, dogma già formalmente definito dal secondo Concilio di Costantinopoli del 553. Dopo il parto poi un coro di Angeli festanti condusse  all’improvvisato ricovero alcuni pastori che stavano pascolando il gregge proprio in quella zona.

 “Qui combattiamo e ardiamo d’ira,
abbiamo occasioni, onori e grandi sorprese,
ma casa nostra è là sotto quel cielo di miracoli
in cui cominciò la storia di Natale.
(G. K. Chersterton)

Struttura in legno
cm 66×80×66