2003

2004

2005

Natività sul Naviglio

La scena che si apre davanti ai nostri occhi ci fa quasi avvertire il gelo che si è stabilizzato sul naviglio. Il freddo che avvolge le cose e le persone non sembra però raggiungere il cuore degli uomini che osservano il presepe posto sulla barca. Le case stesse, appressate le une alle altre richiamano la comunione delle persone e dei popoli fratelli nella fede, quasi spauriti di fronte alla battaglia che pare immane.

Le acque limacciose del naviglio infatti, fuor di metafora, del mondo, sembrano voler spazzare via anche il ricordo del Natale, soffocarlo, stringerlo nei lacci del consumismo o di un vuoto umanesimo che rinnegando Cristo condanna l’uomo a vorticare nel nulla.

Guardiamo ora i personaggi.

Una persona sta aprendosi un varco nella neve e in una pausa del suo lavoro, giunto vicino alla croce recita una preghiera rivolto alla natività. Le statue della sacra famiglia sono poste su una barca, ricordo di quella di Pietro: il Mistero si fa carne nel nostro quotidiano. Le bende che avvolgono il bambino sono l’immagine dell’amore e della sollecitudine della Madre che accoglie e protegge fin dai primi istanti l’indifesa creatura. Ma, come nelle antiche iconografie, rimandano anche alle fasce che con la stessa amorevolezza avvolgeranno il Cristo deposto dalla croce.

Sul lato opposto del naviglio una donna contempla la natività, e nel suo atteggiamento leggiamo lo stesso nostro grato stupore di fronte al mistero della salvezza. Accanto a lei un uomo perplesso, forse speranzoso.

Altre persone, nella notte che si avvicina, si attardano in un via vai continuo per partecipare all'emozione suscitata dal suggestivo allestimento.

E infine la croce, ritta e immobile sulla sinistra, ci fa abbracciare mentalmente con rinnovata tenerezza quel bambino che ogni giorno, per noi, continua ad immolarsi.
Struttura in legno
cm
80X62X62
Figure in DAS
Natività commerciale in plastica
Microlampade a 12V.



Johan Sebastian Bach ,Sonatina dalla cantata 106 - Bologna S.M. Servi 1995